Il Museo Pino Pascali ricorda con stima e ammirazione Jannis Kounellis tra “i compagni di strada di Pino Pascali”. Nato il 23 marzo del 1936, l’artista greco avrebbe compiuto 81 anni il mese prossimo. Kounellis era italiano d’adozione ormai da decenni. Come scrive Arianna Testino su Artribune:

Sostenitore di un approccio materico all’arte, Kounellis fece il suo debutto sulla scena artistica italiana usando il mezzo pittorico come immediato canale di espressione di un linguaggio improntato all’immediatezza, reso più sfaccettato, negli anni, dal ricorso a un pratica installativo-performativa di grande impatto visivo e concettuale. Dalla mostra di debutto alla Galleria La Tartaruga di Roma alle esposizioni più recenti, la poetica di Kounellis si è arricchita di uno sguardo più attento, e certamente più disincantato, nei confronti della materia, organica per lo più, vera protagonista dei suoi interventi. Il legame con l’aspetto terragno, tangibile, dei materiali utilizzati ha reso Kounellis uno degli esponenti di punta del movimento poverista, etichetta che lo ha accompagnato fino al termine della sua esistenza.

Nel 1978 ha vinto la quinta edizione del Premio Pino Pascali, istituito a Polignano a Mare nel 1969 dai genitori dell’artista, Franco e Lucia Pascali, per onorare la memoria del figlio morto tragicamente per un incidente stradale con la motocicletta nel 1968, all’età di soli 33 anni. Il presidente del Premio, Palma Bucarelli e, successivamente, Bruno Mantura e Italo Faldi, soprintendenti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, nominava i membri della giuria, tra cui ci fu Giulio Carlo Argan.